Il Giorno dei Morti

Il cimitero è un tripudio di colori, esistono solo tombe colorate con le tonalità più sgargianti. Muratori e pittori si alternano turbinando come foglie d’autunno tra i sepolcri. Stormi di bambini fanno volare aquiloni correndo disordinatamente, saltando, e fermandosi solamente per degustare qualche leccornia che svariati venditori ambulanti offrono dalle loro bancarelle ubicate all’interno del campo santo. Mi ritrovo immerso in questa giostra di risa, colori e meraviglie, mi ritrovo fra la vita e la morte, la terra arsa ed cielo opaco, in un altro mondo dove la morte è convivio, ricordo e speranza. Tutto questo è un banale giorno dei morti in Mesoamerica.

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Il Cacciatore di orchidee

Il giardino è pieno di orchidee, sugli alberi come sui vasi improvvisati appesi ai rami di queste essenze arboree tropicali. Dai piccoli fiori violacei, alle grandi bocche pigmentate di carminio e terra di Siena bruciata, per poi depositare il mio sguardo su piccoli screzi di carminio che feriscono enormi petali discendenti e decadenti. Un anziano uomo, un guardiano del creato se ne prende cura, osservandone meticolosamente la loro crescita e la loro morte.

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Dove muoiono gli unicorni

unicorniI flutti spazzano la spiaggia costantemente, senza interruzione, l’Atlantico mostra sempre la sua severità ed assoluta certezza, In questo mondo riplasmato completamente dal virus la sua forza e perseveranza rimangono intatte, è come se volesse fracassare tutte le coste dell’Africa Occidentale. Quando ci immergi i piedi, lui ti risucchia, ti scuote, ti ghermisce all’istante. Ogni volta che l’incontro provo una tremenda impotenza nel confrontarmi con esso, come fosse un temuto Re di terre lontane che il solo proferire il suo nome incute timore e reverenza, infatti di fronte al suo trono di conchiglie in frantumi ed ossi di seppia, ciò che sono viene totalmente risucchiato dai suoi infinti e possenti vortici. Continue reading “Dove muoiono gli unicorni”

Silenzi – Silvia Romano

Digya

Ci siamo spinti fino dentro il cuore del Lago Volta, attraversando un’alba africana che raramente ho visto così carminea in Africa Occidentale. Per poi camminare per più di un’ora in mezzo nella boscaglia contornati dal vociare delle scimmie e dei babbuini. Assieme a noi c’era un piccolo plotone delle guardie forestali del Parco del Digya, remota riserva naturale nel Nord del Ghana. Ci sono voluti due giorni di viaggio per fare questa missione di monitoraggio, con lo scopo di rilevare le caratteristiche e le potenzialità del parco, per farlo diventare una nuova meta di eco-turismo ed inserirlo così nei nostri programmi di sviluppo sostenibile della regione ghanese della Brong Ahafo. Sono stati giorni duri, impegnativi perché in Africa anche un piccolo viaggio lo è, pensare esplorare un parco naturale praticamente sperduto, senza piste, senza alloggi per dormire la notte, praticamente un viaggio infinito nella savana vergine.

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Maschere

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E’ il quarantaduesimo giorno dal primo caso di coronavirus in Ghana. Dopo un parziale lockdown della capitale Accra, e della seconda principale città del paese, Kumasi, il governo ha deciso di riaprire tutto, proibendo solamente; assembramenti, funzioni religiose e le scuole. Inoltre, vi è l’obbligo di uscire indossando maschere protettive. Così, di nuovo l’Africa prende colore, le strade si popolano di maschere variopinte, dalle più sgargianti tinte, molte di queste maschere fanno pendant con il vestito che le persone indossano. Soprattutto le ragazze sembrano sfilare come se fossero ad un evento di moda. Non tutte le maschere sono così variopinte, a volte vengono utilizzati semplici e corrosi stracci. Queste maschere fabbricate con stoffa sono rilavabili, mentre quelle che si comprano in farmacia sono usa e getta e purtroppo costose, circa l’equivalente di 2 euro, un pasto comprato per strada. Continue reading “Maschere”

Vampiri

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Sono passati 40 giorni dal primo caso di coronavirus in Ghana, quaranta giorni trascorsi rinchiuso tra la mia stanza, il mio ufficio ed un campo da calcio in cui correre in solitudine. Fuori nella capitale Accra, c’è il divieto di uscire, lo si può fare solo per comprare beni essenziali, ma cosa consideriamo essenziale? Questo virus ci depriva della libertà di movimento, ma ci dona, forse come contrappeso, la possibilità di trovare l’essenziale nelle cose, che spesso si perdeva nella vita caotica di prima, così anche i progetti di sviluppo vengono spogliati del superfluo per riscoprirne l’essenziale rimodulandoli per poter comunque centrare l’obiettivo prefissato. Continue reading “Vampiri”

Down to the river

Mississippi

Ogni passo accanto al Mississippi che scorreva è stato un passo difficile, scoprendo tutto il male e la discriminazione avvenute in queste terre del Sud degli Stati Uniti. Percorrendo passo dopo passo le orme di Martin Luther King; Atlanta, Chattanooga, Nashville, Memphis, Birmingham, Montgomery per poi ritornare in Georgia. Un cerchio, perché amo ritornare, sempre, perché un viaggio senza ritorno è solo una nuova via per perdersi definitivamente. Continue reading “Down to the river”

Ritorno all’isola che non c’è

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La barca scivola  lentamente sul mare oleato fino a quando si imbatte in un branco di delfini che spezzano l’irrealtà che caratterizza l’oceano del mattino. Il loro fendere le onde reca quasi fastidio all’oceano stesso fino quasi farlo arrabbiare. Il vento si alza e le onde si fanno sempre più minacciose, intorno a noi vari relitti di navi abbandonate e corrose dalla fulgente ruggine stentano a morire. Ci allontaniamo dai delfini che si perdono nel blu, facciamo rotta verso la quiete, verso la pace ritrovata, facciano rotta verso São Tomé. Continue reading “Ritorno all’isola che non c’è”

Scegliere ed essere scelti

IsaccoLa fresca brezza del crepuscolo da respiro e calma al tremolante orizzonte africano e fra la polvere alzata a mezzaria dal nostro rincorressi nell’immaginario campo da calcio, Br. Kennet fischia la fine della nostra partita richiamando i ragazzi del Boys Home per prepararsi alla cena. Io mi volto verso Isaac e ponendogli le mani sulle spalle gli dico: “ Si gioca prima con la testa che con i piedi, prima con la testa, non devi trattenere la palla ma devi scegliere il giusto compagno a cui passarla”. I ragazzi mi salutano chiosando con le loro voci un cielo pastellato di rosa, scendono le ombre ed il frinire dei grilli ridisegna ricordi d’infanzia custoditi in quei profumi di terra, erba tagliata e quelle rose scelte d’inverno, proprio pensando ai lenti respiri delle sere di maggio. Continue reading “Scegliere ed essere scelti”

Un ramingo e tre silfidi errando sulle bianche scogliere di Dover

White Cliff of Dover

Il bianco delle scogliere di Dover si vede appena posi gli occhi stanchi sull’orizzonte che scivola via verso sogni di cartapesta. Il vento sferza e ride, aleggiando sul vecchio faro e sulla brughiera secca per il freddo. Come una partita a scacchi studio le sensazioni che potrò provare, camminando sopra la bianca scogliera e ricordandomi che ciò che è bianco un giorno scolorirà. L’Atlantico sembra anche lui distratto dalla bellezza della scogliera e quando si prende un giorno di tregua dalle sue impetuose burrasche, abbiamo la possibilità di seminare i nostri cuori fra la brughiera che aspetta la primavera. Continue reading “Un ramingo e tre silfidi errando sulle bianche scogliere di Dover”